Andrej Tarkovskij

“Signore, liberaci da questi tempi spaventosi, fa che non muoiano i miei figli, non muoiano…mia moglie, Victor, tutti quelli che ti amano perché sono ciechi e non si sono mai rivolti a te perché ancora non sanno che cosa vuol dire essere davvero infelici. Tutti quelli che in questo momento hanno perduto le loro speranze, il loro futuro, la loro vita ed anche la possibilità di arrendersi al tuo volere.

Tutti quelli che sono presi dal terrore e che sentono avvicinarsi la fine. Tutti quelli che temono non per se stessi, ma per quelli che amano e ai quali nessuno…nessuno come te può offrire protezione perché questa guerra è definitiva (la minaccia incombente è un possibile conflitto nucleare), l’ultima che si combatterà. Perché a questa guerra non sopravviveranno né vincitori né vinti. Finite le città, gli alberi, il verde, le sorgenti di acqua fresca, gli uccelli dell’aria nel cielo.

Io ti darò tutto quello che ho. Rinuncerò alla mia famiglia, che adoro. Rinuncerò alla mia casa. Anche al mio piccolo Ometto. Diventerò muto, non scambierò più parola con nessuno. Sono pronto a rinunciare a tutto ciò che mi tiene legato alla vita, se soltanto tu farai tornare le cose come erano prima, Come erano ieri mattina. Lascia che io mi liberi di questo insopportabile, disumano terrore che mi attanaglia. Rinuncio a tutto, Signore, aiutami. Ti prego. Ti prego. Cancellami se vuoi.”

Da “Sacrificio” la preghiera di Alexander, di Andrej Tarkovskij

“C’è una speranza che l’uomo sopravviva, nonostante tutti i segni del silenzio apocalittico preannunciato dall’evidenza dei fatti? La risposta a questo interrogativo, forse, è contenuta nell’antica leggenda sulla resistenza dell’albero inaridito, privato dei succhi vitali, che ho preso come base del film più importante nella mia biografia artistica.

Un monaco, passo dopo passo, secchio dopo secchio portava l’acqua sulla montagna e innaffiava l’albero inaridito, credendo senz’ombra di dubbio nella necessità di ciò che faceva, senza abbandonare neppure per un istante la fiducia nella forza miracolosa della sua fede nel Creatore e perciò assistette al Miracolo: una mattina i rami dell’albero si rianimarono e si coprirono di foglioline. Ma questo è forse un miracolo? E’ soltanto la verità.”

Da “Scolpire il tempo” di Andrej Tarkovskij

Bibliografia:

Diari Martirologio di Andrej Tarkovskij, Edizioni della Meridiana 2002

Scolpire il tempo di Andrej Tarkovskij, Ubulibri 1986

L’Apocalisse di Andrej Tarkovskij, Edizioni della Meridiana 2005

La forma dell’anima, il cinema e la ricerca dell’assoluto, a cura di Andrea Ulivi e Andrej A. Tarkovskij

Poesia e Mistica, Libreria Editrice Vaticana 2002

I volti moderni di Gesù, a cura di Isabella Adinolfi e Giuseppe Goisis, Quodlibet Studio 2013