Fabio Dal Molin | Incontro / Melanconia
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Incontro / Melanconia

"Venite e vedrete" Gv 1,39

Incontro / Melanconia

 

Melanconia 1992,

Matita su carta,  130 x 270 cm.

 

MEMORIA – DISPONIBILITA’ – RAPPRESENTAZIONE

 

“LUMINE OMBRA segna PRESENZA,

svela la trama che oltre/passo”

 

E’ un disegno che nasce da una riflessione sul tema lunare della Melanconia. Il suo sviluppo attraverso i quattro elementi alchemici ci accompagna in questo processo di trasformazione che culmina nella frattura dell’albero al centro del quadro. Li si rappresenta la morte della falsa divinità, mentre dal buio emerge un nuovo sguardo che ci interroga.Il movimento di lettura dell’immagine si svolge come una pellicola cinematografica, con due sensi opposti che si incrociano e si sovrappongono, un’immaginaria croce di malta è accesa dal nostro sguardo, azione e rotazione creata dal nostro pensiero.

 

 

Iconografia e Letteratura

 

 

“Perché la LUNA è una intelligenza

e un angelo dall’aspetto di donna.”

“Perché la luna è ingrandita

all’orizzonte da Dio Onnipotente, e

così è nel Sole”.

 

Christopher Samrt, Jubilate Agno

 

 

Hieronymus Reusner, Pandora 1588, L’albero dei Filosofi

 

“Sempre suona la voce lunare della sorella, Attraverso la notte spirituale”.

“La fresca luce proviene dalla luna. Al suo fulgore, si fanno d’intorno pallide e fredde persino le stelle, come dicono gli antichi versi greci. Tutto diventa “lunare”. Lo straniero che cammina nella notte è detto “il lunare”.La “voce lunare” della sorella, che sempre risuona attraverso la notte spirituale, l’ode il fratello, quand’egli nella barca, che è ancora “nera” e appena rischiarata dall’ aurea luce dello straniero, tenta di seguire questi nel viaggio notturno sul lago.Quando i mortali nel loro peregrinare seguono ciò che, come straniero, è chiamato entro il tramonto – ora diremo semplicemente: quando seguono lo straniero-, allora giungono essi stessi in terra straniera, e diventano essi pure stranieri e solitari”.

 

Martin Heidegger

“In cammino verso il linguaggio”, il linguaggio nella poesia, il luogo del poema di Georg Trakl

 

 

Albrecht Dürer, Melencolia I

 

 

“…presso l’albero di mezzo, dicevano,

la cetra di Orfeo, asiatica di Tracia,

gridava il suo lamento, cantando

i suoi comandi ai vogatori con i lunghi remi,

ordinando ora una rotta veloce,

ora un riposo ai remi d’abete”

 

Euripide, Ipsipile, fr.1,3,8-14

 

 

“Oh, non svanire mai più nell’oscurità della

Luna che ti rinnova.

Sempre splendente Selene.

Illumina la nostra strada attraverso il divino

Significato nascosto.

Delle Scritture.

Oh, non cessare,

Tu consorte e compagna di viaggio di Cristo, il Sole,

Che, come tuo sposo, ti riveste di luce.

Oh, non cessare,

Di mandare i tuoi raggi che da Lui hanno

Attinto la brillantezza,

Così che fuori da Lui medesimo, ma attraverso Te,

Egli possa dare la luce alle stelle,

E incendiarle,

Attraverso di te per te stessa”.

 

Anastasio Sianita, Hexameron

 

 

Il TAXUS è l’albero della morte (noto per la sua tossicità). Qui non rappresenta la “morte del corpo” (cipresso-lutto), egli è segnale di rimozione interiore, morte della falsa luce, della falsa divinità. E’ di natura Saturnina, è buio, NOTTE OSCURA. Albero filosofico, simbolo del processo che conduce all’unità del FILIUS PHILOSOPHORUM, del LAPIS-CRISTO.

 

 

È vero senza errore e menzogna, é certo e verissimo.
Ciò che è in basso è come ciò che è in alto, e ciò che è in alto è come ciò che è in basso, per compiere i miracoli della Cosa-Una (di una cosa sola).
Come tutte le cose sono sempre state e venute dall’Uno, per mediazione dell’Uno, così tutte le cose nacquero da questa Cosa Unica per adattamento.
Il Sole ne è il padre, la Luna ne è la madre, il Vento l’ha portata nel suo ventre, la Terra è la sua nutrice.
Il padre di tutto, il Telesma di tutto il mondo è qui.
La sua potenza è illimitata se viene convertita in terra.
Separerai la Terra dal Fuoco, il Sottile dal Denso, delicatamente, con grande cura.
Ascende dalla terra al cielo e ridiscende in terra raccogliendo le forze delle cose superiori ed inferiori.
Tu avrai così la gloria di tutto il mondo e fuggirà da te ogni oscurità.
Qui consiste la Forza forte di ogni Forza, perché vincerà tutto quel che è sottile e penetrerà tutto quello che è solido.
Così fu creato il mondo. Da ciò deriveranno innumerevoli adattamenti mirabili il cui segreto sta tutto qui.
Pertanto io fui chiamato Ermete Trismegisto, possessore delle tre parti della Filosofia di tutto il mondo.
Ciò che dissi sull’opera del Sole è perfetto e completo.

 

Ermete Trismegisto, La Tavola di Smeraldo

 

 

Andrej Tarkovskij, “Stalker” La figlia 1979

 

Andrej Tarkovskij, “Andrej Rublëv” 1966

 

Andrej Tarkovskij, “Nostalghia” l’angelo e l’acqua 1983

 

Andrej Tarkovskij, “Lo Specchio” 1975

 

 

“Luna d’autunno, intorno ai laghi al tramonto

Si stagliano i colli

La sera è un sipario di nubi,

Sfoca l’increspatura d’onda denticolata

Dai Lunghi lanceoli di cinnamono,

fredda musica di canne.

D’oltre colle il vento porta

Lo scampanellio del monaco.

Una vela passò di qui in aprile, forse ripassa in autunno

Lenta si fonde la barca nell’argento,

Sul fiume solo il sole abbaglia”.

 

Ezra Pound, I Cantos, XLIX La quinta decade dei cantos

 

 

Michelangelo, Il Giorno  (Sol si vela come un fuoco)e la Notte, Sagrestia Nuova San Lorenzo Firenze

 

La Notte, che tu vedi in sì dolci atti 
dormir, fu da un angelo scolpita 
in questo sasso, e perchè dorme ha vita: 
Destala, se nol credi, e parleratti. 
Caro m’ è ‘l sonno, e più l’esser di sasso, 
mentre che ‘l danno e la vergogna dura: 
Non veder, non sentir, m’ è gran ventura; 
però non mi destar, deh! parla basso.

 

Michelangelo Buonarroti

  Caro m’è ’l sonno, e più l’esser di sasso,
mentre che ’l danno e la vergogna dura;
non veder, non sentir m’è gran ventura;
però non mi destar, deh, parla basso.

 

Michelangelo Buonarroti

 

 

Ingmar Bergman, “L’ora del lupo” 1968

 

TAMINO;

(solo) Oh notte eterna! quando svanirai? – Quando la mia vista troverà la luce? –

ALCUNE VOCI:

(interne) Presto, giovane, o mai più!

TAMINO:

Presto, dite, o mai più? – Voi, esseri invisibili, ditemi: Vive dunque ancora Pamina? –

LE VOCI:

(interne) Pamina vive ancora! –

TAMINO:

(lieto) Ella vive! Io vi ringrazio. (prende fuori il suo flauto)

 

Mozart, Die Zauberflöte (Il flauto magico)

 

 

Arnold Böcklin, Ulisse e Calipso,olio e tempera su tavola, 1883

Giorgio De Chirico, L’enigma dell’oracolo 1910

 

 

Cometa Hale Bopp, 1997

 

 

 

La preghiera di Sarajevo

LA PREGHIERA DI SARAJEVO

Ti supplico gran Dio, per la tua divinità,

togli dal mondo gli Animali!
Possa restare intatta la specie dei gatti
la mia miseria possa restare,
però – togli gli Animali.

E non toccare la specie dei cani,
non toccare gli uccelli.
Soltanto ti prego, Dio misericordioso –
Togli gli Animali.

Togli gli Animali, dai declivi dei colli, toglili.
Togli gli Animali, ti scongiuro, Signore –
Ma non toccarmi né il maiale né il cinghiale,
non toccare l’usignolo, né il variopinto canterino di casa.

Non toccare nulla di ciò che è bello da guardare!
Non toccare nulla. Ma comunque togli gli Animali.

La formica non la toccare, e trascura il bestiame,
ma gli Animali – toglili.
Dai pendii, sovrastanti le città, toglili.
Dal mondo, dove li hai collocati, toglili.

Toglili, Signore
E aiutali, Signore.
Nessuno, tranne te, li può aiutare.

Non c’è per loro posto o stanza in alcun luogo,
in questo e nell’altro mondo – casa né fondamenta.

Toglili, Signore
Da questo e dall’altro mondo.
Allontanali
E aiutali.

Abdulah Sidran, Pentecoste, giugno 1992

 

Date

8 Marzo 2019

Category

In Principio, Pittura