Attesa / Natività

Natività 1991/92,

Olio su tela,  200 x 150 cm.

VIRGO SINGULARIS

…il “vaso che contiene lo Spirito delle cose”.

“L’identità del dipinto appare nel volto di una donna, tutto nasce dal suo dolore sospeso, in una stanza dell’anima. Nelle profondità di questo buio vivono in solitudine le Madri, intorno a loro non esiste né tempo, né luogo. La Presenza è immobile, non parla, non afferma questo o quello, ma solo che è presente. E’ dunque una sospensione, creata dallo stupore di fronte alla presenza estranea. L’invito è una disposizione dell’essere all’ascolto.”

La soglia sospesa e la via dell’ombra, epocale incanto e fascinazione verso la falsa luce. Carestia e Mestizia nel profondo dell’anima, il mito greco “svuotato” volge il suo sguardo verso nuovi spiragli di salvezza, “Ancora” di aurorali orizzonti. Stupore di fronte alla Presenza estranea…

Iconografia e Letteratura

“Fuggi, mio diletto,

simile a gazzella

o ad un cerbiatto,

sopra i monti degli aromi.”

Ct 8, 14

Caccia all’Unicorno, arazzo XV, allegoria della Passione

“Lo Spirito è fiamma. Fiammeggiando illumina. L’illuminazione si compie nello sguardo contemplante. A tale sguardo contemplante appare lo splendore, nel quale soltanto è tutto ciò che assume presenza. Tale fiammeggiante contemplare: questo è il dolore. Ad ogni pensiero che creda di poter interpretare il dolore sulla base della sensazione, l’essenza del dolore resta necessariamente preclusa. Il fiammeggiante contemplare determina la grandezza dell’anima. Lo spirito, che fa e dona l’anima grande, è, in quanto dolore, l’animatore. Ma l’anima, dotata di tale spirito, è ciò che vivifica. Perciò ogni cosa che vive nel senso dell’anima è penetrata e dominata dal carattere fondamentale dell’essenza di questa: dal dolore. Tutto ciò che vive è nel dolore.”

Martin Heidegger

“In cammino verso il linguaggio”, il linguaggio nella poesia, il luogo del poema di Georg Trakl

Georges de La Tour,  “San Giuseppe falegname” 1641-42

Post Tenebras Lux

“La luce nasce dalle tenebre, essa è diffusa nell’oscurità, nel buio, come il giorno lo è nella notte”.

Inizio del mito:

Come tutto è sospeso, vedo nello Spirito.

Come tutto è portato, intendo nello Spirito.

Vedo la carne pendere dall’anima,

l’anima portata dall’aria,

l’aria pendere dall’etere.

Dall’abisso, invece, vedo frutti sbocciati,

un bimbo sbocciato dal grembo della madre.

Valentino, II secolo

John William Waterhouse, “Santa Cecilia” 1895

« …alla dimora della prigione, e la luce del fuoco che vi è dentro al potere del sole. Se poi tu consideri che l’ascesa e la contemplazione del mondo superiore equivalgono all’elevazione dell’anima al mondo intelligibile, non concluderai molto diversamente da me […]. Nel mondo conoscibile, punto estremo e difficile a vedere è l’idea del bene; ma quando la si è veduta, la ragione ci porta a ritenerla per chiunque la causa di tutto ciò che è retto e bello, e nel mondo visibile essa genera la luce e il sovrano della luce, nell’intelligibile largisce essa stessa, da sovrana, verità e intelletto. » 

Platone, La Repubblica, libro VII, 517 b 

Andrej Tarkovskij, “Lo Specchio” 1975

Ingmar Bergman, “Sussurri e Grida” 1972

Paradžanov, “Sayat Nova, Il colore del melograno” 1968

NDE esperienze pre-morte, “Visioni dell’Aldilà – Ascesa nell’Empireo” Hieronymus Bosch 1505-1515 circa

Il territorio delle Madri è la “Galleria oscura” in J.W.Goethe, Faust, parte II, atto I, là dove Faust è invitato da Mefistofele a prendere il tripode che si trova in fondo all’abisso dove stanno le Madri: “Dèe dominano altere in solitudine./Non luogo intorno ad esse e meno ancora tempo”.

“Ma le Idee, le Madri di tutto ciò che esiste, vivono nella profondità, cioè nella direzione, che costituisce la profondità del nostro mondo tridimensionale”.

Massimo Cacciari, Dell’Inizio.

“Lo stupore di fronte alla Presenza estranea è prima di tutto una sospensione dell’anima, e cioè un’interruzione della respirazione, del fluire della vita.”

“Una mano invisibile ci tiene in bilico: non siamo nulla e nulla ci circonda…”

“Presenza immobile, che non parla, non si muove, non afferma questo o quello, ma solo che è presente”.

Octavio Paz, L’arco e la lira.

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